mercoledì 16 maggio 2012

redazionegiorno5: Roma rinnega i giullari di ..strada

Giudicare un'espressione artistica non è mai una cosa semplice. spesso di fronte alla tela di un'artista contemporaneo ci chiediamo quale messaggio deve arrivarci, cosa ci sta dicendo. e non sempre restiamo colpiti positivamente, magari solo interdetti per non aver capito.

insomma, giudicare un'opera sia essa un quadro, una scultura, una performance, necessità di un occhio critico che non tutti hanno. ma, a quell'occhio, fondamentale è anche l'occhio spensierato, quello che non ha basi solide da cui elaborare giudizi, non ha sperimentato studi o elementi per poter dare un'opinione diciamo così "critica".

è semplicemente un'occhio che guarda, fa quello che la sua natura ha stabilito millenni prima della sua evoluzione. infatti un occhio critico è l'evoluzione di un occhio spensierato. è la mutazione di un organo grezzo ma non per questo inutile.
ora, lasciare che siano solo gli occhi evoluti a parlare, trasformerebbe l'arte e tutte le sue meravigliose espressioni in un hobby per pochissimi, diciamo per quasi nessuno.

da qui la questione: è giusto prevedere sanzioni penali per un'artista che sta migliorando le sue espressioni artistiche, i suoi l a v o r i artistici, in un luogo pubblico, l'unico dove ha la possibilità di esibire, mostrare le sue capacità, riuscendo magari, attraverso questa visibilità pubblica, a fare delle sue potenzialità strumenti di lavoro?

ecco sanzionare, multare gli artisti di strada significa spegnere una possibilità, anche concreta, di poter dare lavoro a chi investe nel suo talento e nelle proprie passioni.
C'è un controsenso alla base di questo provvedimento, cioè, vengono si concessi spazi "appositi" alle performance in strada ma, con rigide limitazioni. infatti, strumenti a fiato, strumenti a percussione, amplificatori, basi musicali, tutti saranno vietati in maniera radicale, senza distinzione di decibel, di impatto sonoro, di orari, di zone.

Per capire meglio ..

venerdì 11 maggio 2012

redazionegiorno4: il tuffo carpiato. (post di risposta)


iniziare da capo. tre parole grosse e pesanti come un elefante. sottili e leggere come una libellula.

non è una cosa facile. ma non è neanche difficile. iniziare da capo può voler dire svegliarsi con una magletta diversa, capello stirato o arricciato, scarpe nuove o magari semplicemente letto nuovo. quello da cui ti alzerai tutte le mattine da quel giorno in poi.

iniziare da capo è una gran bella cosa.
si inizia una nuova avventura, ci si butta in qualcosa di assolutamente diverso, mai assaggiato prima.

iniziare da capo è affrontare difficoltà di cui non si conoscono le soluzioni.

iniziare da capo è mettersi nella condizione di tirar fuori tutto quello che si ha e donarlo nelle forme e nei modi che si preferiscano ai nuovi altri. a coloro che ancora non si conoscono ma che si incontreranno, ora, in questa nuova avventura, da capo.

iniziare da capo è prima di tutto una nostra esigenza. la mia verso di me , la mia verso il mondo che mi circonda. abbiamo b i s o g n o di ricominciare, senza cancellare il pregresso, il già vissuto (non siamo mica in una scena di "Eternal sunshine with spotless mind" - film meraviglioso),  di cui, invece, non ci stancheremo mai. perchè è proprio quel passato che ci ha fornito la volontà, la curiosità, l'entusiasmo per un nuovo tuffo carpiato..tutto da capo.

infine, iniziare da capo è una voce verbale seguita da un complemento di moto da luogo, diciamo figurato. che in analisi grammaticale non è un gran chè ma in analisi logica ha invece il suo significato.

questo è un messaggio di buon viaggio a chi si appresta a compiere il suo emozionante lancio. 

giovedì 3 maggio 2012

redazionegiorno3: il lavoro quando piace.

il lavoro quando piace. non è forse il colpo piu' grande che ognuno di noi spera di incassare un giorno? il bottino è notevole. la soddisfazione esagerata. perchè fare le 24.00 chiudendo una giornata che ha visto la sua prima strisciata di badge 10 ore prima, gratificato dalla propria forza, dalla forza della tua squadra, dei tuoi colleghi, non vale un giorno di ferie in piu'. capisci che quello che conta è continuare a credere in ciò che hai sempre cercato e ricercato, finire un prodotto che non ha pretese di perfezionismo, solo poter dire "ottimo lavoro, ragazzi". in questo la forza collettiva non ha eguali. le mogli a casa aspettano. il tuo cane sa che stai tardando, ma ti vedrà sull'uscio con il sorriso. tutti concentrano le ultime energie, le ultime briciole di vitalità per chiudere, concludere un lavoro che non può solo finire, deve finire bene.

il lavoro quondo piace, è piu' che un ordine o un'imposizione di sopravvivenza che tutte le mattine, le sere, i pomeriggi suona come un'allarme o una radiosveglia imazzita. magari mentre cantano gli AC/DC. il lavoro ci cresce. il lavoro informa ogni singolo lavoratore che quello che sta facendo darà, si spera sempre, qualcosa a chi verrà.

sono le 23.30. le luci si spengono. i computer dormono e anche io, posso andare a casa, sorridendo alla buona giornata di lavoro appena finita.

mercoledì 2 maggio 2012

redazionegiorno2: 01.05.12


la data lo dice in tutti modi. lo canta. lo strilla. lo balla. e lo fa sempre, ogni anno, in ogni dove ma soprattutto quì, a roma. 01.05. nella capitale ha solo un significato: concertone a piazza san giovanni. non esistono sinonimi, significati o traduzioni altre. tutti lì stretti come sardine, con la pioggia e con il sole, finchè notte scenda. e come ci piace, birre, liquidi che scizzano per aria, mischiandosi a tutti quei suoni e a tutte quelle voci, quel giorno, in una sola grande bocca. lavoratori e non la piazza si fa sentire, giovani, bambini a cavacecio, anziani alla finestra, cani, gatti che salgono dal colosseo. tutti lì in un gran mare mosso di corpi e teste. la giornata del lavoratore che sempre più negli ultimi anni apre le sue braccia anche ad altri temi, che scottano, bruciano e per cui la musica, italiana e intrenzionale si schiera. si cantano le gesta dei precari eroi di oggi, quelli che cercano la vittoria della stabilità, quelli che non si annoiano per un posto fisso, forse perchè pochi, pochissimi hanno il privilegio di giocarci. i nuovi eroi prendono questo giorno e si lasciano dietro le battaglie quotidiane, domani ci sarà tempo per lottare e faticare ancora. oggi c'è la musica. così i più affeziontai (o meglio devoti) si accampano dalle prime ore del mattino, per un posto in prima fila o prima transenna. alle tre qualcun altro si avvicina ma a metà si ferma. sono le sei e le ultime scimmiette salgono su alberi e pensiline, da terra il grande palco è ormai un miraggio. ma la vista è compensata dalle orecchie e così anche gli ultimi saranno i primi nell'ascolto. da caparezza, ai subsonica, afterhours e teatro degli orrori, nina zilli, elisa e noemi, quest'anno anche saltimbanchi: gli stomp. a mezzanotte è già 2 maggio e la festa non vale più. carovane intasano la città sotterranea, tutti in fila verso il vagone della buona notte. che spesso tarda ad arrivare per via di qualche guasto. ma nessuno si stupisce, siamo in metro, siamo a roma.